Leros non è per tutti. Ma conquista chiunque.
Posizionata tra le più famose Patmos e Kalymnos, l’Isola di Leros (o Isola Lero) è probabilmente una delle più appassionanti in cui potreste trascorrere dei giorni in Grecia. Leros è legata profondamente al nostro paese: qui, durante l’occupazione italiana, era di stazza buona parte della flotta italiana e qui gli italiani hanno lasciato, sopratutto nell’architettura, delle tracce indelebili che ancora oggi fanno mostra di se. Qui non troverete le casette bianche e blu, ma sopratutto in determinati paesi dell’isola, vi sembrerà di rivedere un documentario su com’era l’Italia negli anni 30.
Proprio per questo siamo noi italiani quelli che possono capire meglio il fascino di quest’isola bella e particolare: montuosa e arida come molta altre da queste parti, ma capace di darti delle sensazioni che poi ti resteranno attaccate per sempre. Le spiagge ci sono, belle. Non sempre facilissime da raggiungere, ma questa non è un’isola facile, come avrete capito. Come tutte le cose difficili da conquistare, però, alla fine la soddisfazione è doppia. ve lo assicuriamo.
Come arrivare a Leros Grecia
C’è un piccolo aeroporto, sull’isola. Quindi l’opzione migliore, a nostro giudizio è sempre volare dall’Italia su Atene e poi approfittare dei voli interni che, durante la stagione estiva, collegano Leros due volte al giorno alla capitale. In alternativa si può volare su Kos e poi approfittare degli aliscafi che arrivano sino a qui.
In traghetto, come in tutte le isole del Dodecaneso, la percorrenza da Atene è piuttosto lunga. Se riuscite a trovare una nave che viaggi la notte (gli orari escono sempre verso il mese di Febbraio / Marzo di ogni stagione) può essere anche una buona opportunità se non amate volare.
Via traghetto si può arrivare anche dalle isole vicine e da Rodi.
Isola Leros. Cosa vedere.
Leros è, come abbiamo già avuto modo di scrivere, un’isola particolare e diversa da tutte le altre che visiterete tranne, ovviamente, per lo splendido mare che anche qui è protagonista. Qui si viene più che altro per godere di questa atmosfera unica, di un’isola ancora lontana da quelli che sono i canoni delle isole più famose e frequentate.
Il villaggio principale è Agia Marina, qui c’è più Grecia: case bianche, strade strette e sulla collina di fronte al paese i resti di un castello bizantino.
Lakki è quello che gli italiani hanno lasciato su questa isola. Una città costruita ad uso e costume del regime fascista degi anni 30. Palazzi, strade e viali hanno il sapore di un passato che qui ha lasciato il segno e che ancora oggi, a tanti anni di distanza, continua a far parte della vita quotidiana di questa isola. Non ci sono molti turisti che si fermano qui, proprio perchè non si percepisce quella “grecità” caratteristica invece delle altre zone di Leros. Eppure Lakki ha il fascino di un’anziana signora che ha ancora molte storie da raccontare.
Il Museo della guerra vi può far rivivere la storia militare di questo lembo di terra che alla fine del secondo conflitto mondiale fu teatro di feroci combattimenti che ne segnarono in modo indissolubile il territorio. Vale la pena visitarlo anche solo per la sua location incredibile: un lungo tunnel sotterraneo (anche questo opera italiana).
Tra le tante chiese e chiesette dell’isola, quella che attira di più l’attenzione è la graziosissima chiesetta di S.Isidoro, meta perfetta per i più romantici.
Le spiagge dell’isola
Se finora la nostra attenzione è stata attirata dalla diversità di Leros rispetto alle sue vicine e forse rispetto ad ogni altra isola greca, la parte relativa al mare è invece più “classica”. Ci sono delle belle spiagge, qui, le più belle quasi tutte di ciotoli: per gli amanti della sabbia morbida non ci sono molte possibilità.
Agia Kioura, a Nord dell’isola è una delle nostre preferite, nella zona di Plefouti, inoltre, vi sono altre baie e calette interessanti dove poter sostare, spesso anche in assoluta solitudine di fronte ad un mare bellissimo. Bella anche la spiaggia di Vromolithos dove trovare anche qualche ombrellone a disposizione.Nelle vicinanze di Leros, c’è Paralia Kokkina: anche qui ciotoli misti sabbia e acqua trasparente.
Molte delle spiagge meno conosciute sono complicate da raggiungere. Vengono in aiuto, come spesso capita da queste parti, gli abitanti dell’isola che organizzano quotidianamente escursioni in barca per raggiungerle e farcele godere.
Come muoversi sull’isola
Il motorino va bene: non ci sono grandissime distanze da percorrere per raggiungere le spiagge più popolari e le strade non sono impegnative. Se volete concedervi qualche comodità in più un’utilitaria sarà più che sufficiente. Nel caso voleste affrontare qualche strada sterrata più impegnativa il quad sarà la vostra soluzione. Tutte, comunque, soluzioni facilmente praticabili. Qui sta ai vostri gusti e alle vostre preferenze.
Dove soggiornare
Le località dove i turisti si fermano sono solitamente Agia Marina: un po’ pigra ma che prende più vita una volta tramontato il sole, Platanos e Pandelli sono luoghi piacevoli e, perchè no, abbastanza romantici, Lakki vi permette di soggiornare in un luogo che sembra arrivare direttamente da un film degli anni 30. Poco “isola greca”, ma molto suggestivo.
L’ isola “dei pazzi”
Leros ha una storia allo stesso tempo incredibile e orribile da raccontare che però nulla ha a che fare con la bellezza del luogo e la sua originalità. Nel 1959 su quest’isola fu creato, negli spazi di un ex base militare italiana, un manicomio ove furono portati da tutta la Grecia malati di mente e, in seguiti, oppositori politici. Un luogo di sofferenza e di dolore che ancora oggi, a molti anni di distanza, si ricorda come una delle peggiori strutture psichiatriche mai esistite. Nessuna assistenza, uomini e donne lasciati vagare nudi per la struttura, pochi medici e mal preparati. Negli anni 90 la BBC inglese realizzò un documentario / indagine in cui vennero denunciate le condizioni terrificanti di vita dei malati e, grazie ad un intervento dell’ Unione Europea, l’ospedale venne graduatamente chiuso.
Di questo luogo terribile ha parlato nel romanzo “La Prima Verità” la scrittrice italiana Simona Vinci.